Oasis: Supersonic + Selma + The lobster #film #puntidivista [#recensione]

Sono stata al cinema la scorsa settimana anche se mi sembra una vita fa, ero lì per vedere il documentario Oasis: Supersonic di Mat Whitecross.
Ho scelto una location un po’ cara per un film che è valso la pena di vedere ma che ha sottratto un rene agli astanti per via dei suoi alti costi (The Space cinema – 13, 70 euro). L’intera produzione assume dei toni familiari, nel senso che è tutto improntato sulla storia dei ragazzi di Manchester sotto un punto di vista molto umano. E’ raccontata la loro nascita come band tenendo conto della frammentaria situazione che li costringeva a essere esagerati, suddivisi tra droga, alcol e disagio. Per un fan, niente di nuovo, sennonché il punto di vista offerto sia molto interessante. L’ultima band di un periodo che anticipa internet, e che chiude un cerchio preciso nella storia, entrando nell’olimpo della musica mondiale. Tutto il lavoro racconta dei primi tre anni di successo – da Definitely Maybe a (What’s the Story) Morning glory? – verso quello che è stato il concerto di Knebworth nel 1996, quando sono riusciti a radunare una folla oceanica di persone che ha consacrato la fine di un periodo spettacolare, nel senso partecipativo del termine, aprendo a una fase successiva: quella dei megaschermi e internet, con un cambio radicale di percezione nei tempi di fruizione e consumo della musica, oggi.

 

 

Per quanto riguarda il fronte casalingo, invece, presa da un attacco mortale di noia, mi sono accorta di avere nell’archivio Sky lavori mai visti registrati da tempo. Uno è Selma – La strada per la libertà di Ava DuVernay. Film sentito, dove gli attori e il montaggio sono costruiti in modo coinvolgente, tanto che è difficile sradicarsi dalla poltrona una volta iniziata la visione. L’intera narrazione racconta della protesta di Selma, una cittadina degli Stati Uniti d’America dove è stata realizzata la grande marcia in favore del movimento dei neri capitanata e voluta, tra gli altri, da Martin Luther King, esponente di riferimento e pacifista, per dare diritto di voto agli uomini di colore nel pieno degli anni Sessanta. La colonna sonora è una delle migliori ascoltate negli ultimi anni. Sulla base della vittoria di Donald Trump alcuni dialoghi sono attuali.

 

 

The Lobster girato dal regista greco Yorgos Lanthimos è il secondo che ho scelto fantascientifico. E’ una storia d’amore al limite dell’assurdo, dove si è costretti a vivere in una condizione di repressione e sottomissione di istinti controllati da volontà altrui. Grottesco, e secondo alcuni ironico, narra di società estreme in cui è difficile collocarsi per essere se stessi nel pieno dell’autenticità, e per esserlo bisogna privarsi di qualcosa.

 

4 risposte a “Oasis: Supersonic + Selma + The lobster #film #puntidivista [#recensione]”

  1. Gli Oasis sono il gruppo più sopravvalutato degli ultimi 25 anni;
    Colin Farrell è inespressivo, ha sempre e solo quell’aria da cane bastonato e un filo ‘dannato’ che tanto piace alle donne;
    Selma appare interessante… attendo se e quando lo daranno in chiaro.

    Stringato e lapidario? 🙂

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      1. dovresti farti nel mese di dicembre l’abbonamento a Netflix gratis x un mese.. così ti fai una scorpacciati di film e serie durante le vacanze natalizie.. ; D
        ci farò anche un post a riguardo e lo suggerirò a tutti..

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      2. Ahahahah ti passo a leggere!!

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