Fontamara – Ignazio Silone #libri #mondadori #pointofview [#recensioni]

Vincent Van Gogh, I mangiatori di patate, olio su tela (82x114 cm), 1885, Museo Van Gogh di Amsterdam (web)

Quando ero adolescente avevo il vizio maledetto lasciarmi pilotare nei gusti da artisti che stimavo. Si creava una concatenazione di acquisti impressionante che collegava libri e musica per la maggior parte dei casi ispirata dall’incontro/scontro di copertine e testi.

Quella stessa magia è arrivata con Ignazio Silone, accaduta mentre visionavo un video curato da Francesco Paolucci intitolato Sulle tracce di Fontamara. La sua regia offre un’immagine equilibrata ai sentieri descritti dall’autore nel 1930. Ha raccontato, in breve – secondo il mio punto di vista – caratteristiche di un Abruzzo che ha un potenziale enorme nella costruzione di valore turistico. Un’apertura integrata che vira alla accoglienza sotto un’altra chiave interpretativa: la conoscenza letteraria. Ha messo al centro le risorse naturali della montagna, la sua gente, partendo da possibilità alternative che possono offrire risvolti nella creazione di percorsi, servizi e strutture, mantenendo inalterata l’identità del racconto e quello della sua terra.

 

 

Fontamara (Mondadori, 1949) è un testo che ho letto quando ero ragazzina. Avevo dimenticato il suo contenuto. Dopo la visione ho sentito la necessità di sfogliarlo di nuovo. Nella mente era rimasta una brutta etichettatura di quei protagonisti cafoni che oggi sento miei nella più totale radicalità. Ripercorrere le pagine ha significato trovare una rassicurazione, e permesso di riscoprire cose rimosse o mai memorizzate .

Ignazio Silone è nato qui, in provincia di L’Aquila, dove ha perso i suoi genitori nel terremoto del 1915, costretto a una vita che lo ha messo a dura prova. Ha partecipato alle lotte contadine e operaie. Ha ricoperto importanti cariche nel Partito Socialista e in quello Comunista. E’ stato costretto a fuggire in Svizzera per salvarsi dalla polizia di regime. Il suo impegno politico ha visto un ripensamento quando lo Stalinismo conquistava consensi e potere. Da quel momento ha abbandonato il partito e trasformato la sua percezione delle cose in una forza che si è riversata nella letteratura attraverso la denuncia in un’azione dal grande valore morale.

Fontamara è il simbolo del suo percorso; un testo che ha avuto un enorme successo, tradotto e distribuito in più lingue nei paesi più poveri del terzo mondo. La sua storia nasce da una finzione-testimonianza quando si presentano alla porta dell’autore tre fontamaresi che raccontano, a loro modo, quello che era accaduto in questa porzione di territorio abruzzese. Persone che rappresentano tutto e tutti, senza confini, perché fame, tempo, sopruso e menzogna, non hanno linee tracciate, non si schierano solo nella adesione a una bandiera, non si comprendono se gli strumenti del dialogare non sono gli stessi, della medesima portata, tra in chi ha vissuto determinate esperienze e chi le ha solo ascoltate senza attraversarle in prima persona.

Silone è portavoce di un popolo che conosce, che gli appartiene, del quale comprende le sfumature linguistiche e che osserva da lontano grazie alla memoria. Ha un quadro chiaro della Storia e dei suoi accadimenti, rende i villani protagonisti per la prima volta nella letteratura italiana e dichiara:

Io so bene che il nome cafone, nel linguaggio corrente del mio paese, sia della campagna, che della città, è ora un termine di offesa e dileggio; ma io l’adopero in questo libro nella certezza che quando nel mio paese il dolore non sarà più vergogna, esso diventerà nome di rispetto, e forse anche di onore”.

Nel 1930 è scritta una bomba ad orologeria che irrompe e mostra il potere della lotta tra pari, una guerra tra chi si dichiara di appartenere a una divisa e chi, tra ignoranza e presa in giro, si salva nella fratellanza nonostante la piega degli eventi e dei torti subiti. Ogni singolo frammento è dotato di uno spazio di riflessione che trattiene il lettore saldo alla fedeltà della pagina. La stesura in prima persona trasporta in dinamiche che iniziano dall’analfabetismo all’imbroglio, passano per la giustizia, la religione, l’egoismo, la connivenza tra poteri e individui.

Oggi è il 18 maggio 2017. Nel 2009 è iniziata una frammentazione spaventosa del Centro Italia che ha visto in 8 anni incrementare ed estendere una crepa che ha abbracciato più regioni vicine, quasi fraterne seppur diverse tra loro per mille peculiarità. Una redistribuzione geopolitica spaventosa, nel cuore della prima grande crisi economica del ventunesimo secolo.

Che cosa hanno in comune tutte queste storie?
Che significato ha un libro come Fontamara nella nostra contemporaneità?

 

Ignazio Silone, Fontamara, Mondadori, 1989 ph. Amalia Temperini

 

Ignazio Silone, Fontamara, Mondadori, 1989
http://amzn.to/2nIKv1g

9 risposte a “Fontamara – Ignazio Silone #libri #mondadori #pointofview [#recensioni]”

  1. Fontamara l’ho letto ai tempi della scuola e… ne sono passati tanti. Nel luglio 2016 ho girovagato per l’Abruzzo, scoprendo una terra unica, poco valorizzata (e forse è un bene per la preservazione del territorio) ma soprattutto gente accogliente come non vedevo in Italia da moltissimi anni. Mi ha fato tornare in mente i racconti del nonno, quando, negli anni successivi la II Guerra Mondiale, diversi migranti bussavano a casa sua per chiedere ospitalità. E lui, con quel poco che aveva, apriva la sua porta di casa a questi sconosciuti. Ecco. E’ quello accaduto a me incontrando la gente in Abruzzo. Ciao

    "Mi piace"

    1. Il tuo commento era finito nello spam. Giuro non capirò mai secondo quale logica wordpress compie queste azioni.
      Grazie della tua testimonianza, intanto. Potrei sapere dove sei stato in Abruzzo?
      E’ così, abbiamo questo maledetto difetto di diventare amici di tutti, ma soprattutto farlo mangiare come l’ospite più sacro appena arrivato. 😀

      "Mi piace"

      1. Vado a memoria, sicuramente qualcuno lo dimentico. Sono partito da Civitella del Tronto, quindi Isola del Gran Sasso, poi Castelli, l’Aquila, Santo Stefano di Sessanio, Rocca Calascio, Navelli e i paesi della zona, quindi Popoli, Pacentro, Sulmona, Cansano, Campo di Giove, Villalago, Scanno, Barrea, Roccaraso, Pescocostanzo, bosco di sant’Antonio, e poi san Vito Chietino e purtroppo sono terminate le vacanze. Ho fatto anche un paio di trekking fino ad una chiesa in altura di cui ora mi sfugge il nome, nel comune di Pretara

        Piace a 1 persona

      2. Cavolo conosci l’Abruzzo meglio di me! ahahahahahahahaah ottima scelta, pensi di tornare? A che tipo di turismo sei interessato? grazie!

        "Mi piace"

      3. Io spero di tornare. Magari già la prossima estate. Adoro visitare i piccoli borghi, il trekking e la mountain bike. Destesto i luoghi affollati, così come le località snob. Pensa che la scorsa estate sono stato in Sardegna ed ho ignorato la Costa Smeralda per fare vacanze in Barbagia. Sono un folle? Forse sì😂

        Piace a 1 persona

      4. Ok. Non esiterò. Grazie. Anche tu. Se vedi qualcosa sul mio blog che ti interessa, sono a tua disposizione. A presto

        Piace a 1 persona

      5. Buona serata anche a te

        Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a bellaitalyblog Cancella risposta