Mercoledì scorso ho visto l’ultimo film di Paolo Virzì, Tutti i Santi Giorni.
Detto in sincerità, sono andata con tutti i pregiudizi del caso, dopo aver frugato maledettamente qualcosa nel trailer su youtube, in precedenza.
La mia idea si era basata su cadenze linguistiche e uno stile che riportava ai suoi vecchi lavori (My name is Tanino e Ovosodo).
Mi sono dovuta ricredere.
La storia è molto concentra nonostante la leggerezza. La poetica filmica di Virzì, assieme alla sua solita ironia, si unisce a un tema non di certo lieve, guidando lo spettatore a una visione intima e familiare.
La sceneggiatura è costruita seguendo l’evoluzione di una giovane coppia sgarrupata, che arranca a vivere, tenendo un tenore di vita normale, facendo delle professioni comuni a tutti noi.
Lui, mezzo genio sfigato toscano, un luminare latinista che ha rinunciato alla sua carriera negli Stati Uniti; lei, musicista, morta di fame – anche un po’ figlia di madre ignota – che s’infatua dell’unica persona che ascolta i suoi pezzi, in un normalissimo pub romano.
Il tema sollevato dal regista è quello della sterilità. Tutto ruota attorno all’esperienza che una coppia trentenne deve affrontare per capire chi dei due ha problemi di questo tipo, ricorrendo a ogni sorta di studio scientifico, affinché venga fuori la verità.
Paolo Virzì non sbaglia mai un colpo. Il suo è un cinema pulito e chiaro. Senza il dispiegamento di forze di un montaggio devastante, è riuscito tirar fuori una costruzione ben fatta, in conformità a elementi che ci appartengono nelle esperienze di tutti i giorni.
La chiave di lettura è dettata da una colonna sonora ricercata, scritta ed eseguita da chi interpreta “Antonia” nel film, ossia “Thony” – pseudonimo che usa per farsi identificare nel mondo della musica.
E’ una commedia sentimentale dove affiorano alcuni fantasmi della vita cinematografica del regista – da Regina Orioli; al dialetto siciliano e toscano – tutto questo non abbraccia mai le sue vecchie produzioni passate.
A parer mio i suoi film sono sempre una garanzia. Detto in tutta franchezza, non ne sbaglia mai una.
Ps. Guido – l’altro attore protagonista – ricorda tanto Filippo Timi agli esordi – speriamo abbia la sua stessa fortuna.
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