Sono uscita alle 5.44 per camminare, decisa per vedere l’alba dopo le diverse scosse avute stanotte in Abruzzo.
Di nuovo, nel cuore della notte, più consapevole di prima che tutto possa passare velocemente, il cuore è volato verso le persone più importanti. Mi sono resa conto di quanto la mia casa e le sue mura siano forti. Il resto è superficialità.
La mia gratitudine alla vita è stata consegnata al cammino, alle decisioni. Il luogo dove mi sono recata è a circa 2 km da casa, era ancora buio mentre salivo e da quel punto vedevo mare e montagna. Luce e ombra. Sono stata assieme al cane dove un uomo diversi anni fa si è tolto la vita perché non accettava di essere malato. Ho capito che occorre coraggio, per guardare in faccia e a pieno petto la realtà, la volontà e il proprio spirito.
Ho capito che voglio guardare sempre al mare: sono stanca di muri e pareti da scavalcare; meglio l’orizzonte libero di chi sa attendere l’anticipo del sole, che la fossa cupa di una vallata tra le montagne dove penetra solo ghiaccio che si cristallizza sulla propria bara.
Un terremoto ha scombussolato dal 2009 a oggi, l’altro, dopo sette anni, ha ristabilito il centro.
Addio vecchia vita.
Via inutilità, via nullità.
Le foto che ho scattato sono tutte in movimento, lasciate sfocate poiché figlie dell’urgenza.
Se ci sono errori di digitazione, li lascio, poco m’interessa.




















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