Vite di Fabrizio Sannicandro a cura di Ilaria Ponzi è terminata ieri. Allestita nella sede esclusiva nel complesso abbaziale di Santa Maria di Propezzano in provincia di Teramo, la mostra è stata pensata in 4 macro aree di allestimento. La più intensa è quella che nasce da un’esperienza corale di racconti autobiografici portati nelle mani dell’artista per opera di amici e conoscenti, Sannicandro li restituisce al visitatore sulla base di una concezione di vissuto intimo che diventa studiolo e comunità, voce attraverso le sue pitture.
Tra le opere che mi hanno colpito di più esiste il lavoro intitolato Madre III, una tela in cui è raffigurata un femminile di rimando al sacro: lo disintegra. In questo lavoro esiste un aspetto remissivo e respingente, dove una donna – che a tratti potrebbe sembrare una suora – è costruita seguendo le fila della iconografia classica di culto mariano (seduta in trono frontale). Lo stacco che presenta è dato dalla percezione di qualcosa che indossa, un accumulo, che è molto più grande di quello che può rappresentare in termini di esposizione alla società.


Le vesti come giudizio e peso. Le mani e i piedi sono giunti e molto piccoli rispetto agli abiti. La mezza croce collocata alle spalle del soggetto in primo piano è una chiara provocazione che ne spezza la sacralità e la rende umana. Fabrizio Sannicandro ha una pittura rassicurante in cui è facile osservare la grande influenza della tradizione pittorica europea, a tratti anche specifica norvegese di fine ottocento.


In alcune zone dello spazio la sezione illuminotecnica toglieva valore alla visione, rendendo la mostra meno accessibile a causa di questi elementi di disturbo.


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Vite. Opere di Fabrizio Sannicandro
A cura di Ilaria Ponzi
Abbazia di Santa Maria di Propezzano, Morro d’Oro (Te)
https://viteinmostra.com/
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