C’è un altro programma che sto amando in maniera particolare, trasmesso da Sky Italia; non ne ho mai parlato; un po’ perché non riuscivo a trovare una dimensione creativa analitica, un po’ perché non ero pronta a farlo.
X Factor 2012 è lo show dell’anno; meglio di Sanremo, e di quei centomila talent che tempestano la nostra tv generalista; l’unico costruito per tutti; dedicato espressamente alla musica (un certo tipo di musica); in diretta, in periodo morto come quello di ottobre – novembre – dicembre; con orari accessibili; il giovedì sera; dalle 21.10 in poi, su Sky Uno HD, e in replica su Cielo tv la domenica – suppongo nella stessa fascia oraria.
Certo non si può dire che da lì partono le mirabolanti rivoluzioni di chissà quale mercato; chiaro è che negli anni ha tirato fuori il meglio e il peggio del pop italiano, oggi nelle nostre classifiche.
Ci troviamo di fronte a un prodotto mediatico di grandissimo livello, dove non ci sono solo sponsor della salsiccia o del salamino a fare da contorno, ma uno forte, in evidenza, che illumina tutte le nostre case con soluzioni alternative e non. L’Enel, di fatto, è riuscita a inserirsi in uno scenario così potente come maggior finanziatore e costruttore di credibilità attraverso le sue sferzanti onde energetiche, che si propagano nei nostri (ex) tubi catodici, da grandissime e apparenti caldaie, anche con un premio preciso, che sarà consegnato tra giovedì o venerdì prossimi, nelle due serate finali.
Alessandro Cattelan è il conduttore ufficiale che tira le redini su di un palco enorme e illuminato, reso eclettico dalle scenografie spettacolari di Luca Tommasini, su cui si dispongono in fila quattro giudici visibili: Arisa – l’astro nascente della mediocrità musicale; Simona Ventura – col suo estenuante esibizionismo imbarazzante; Elio, degli Elio e le storie tese – detentore del premio qualità; Morgan, l’uomo col ciuffo più bello della storia che adesso non ha più.
Il pubblico è l’invisibile: il maggior fagocitatore di musica da ingozzo, che partecipa attivamente al voto attraverso l’uso di tutti social disponibili; con qualsiasi mezzo di comunicazione esistente e immaginato, quando è chiamato ad intervenire nelle condizioni di tilt, ma anche per la selezione ufficiale dei papabili vincitori da portare avanti, puntata su puntata.
Ieri sera abbiamo assistito alla sesta, di puntata; i concorrenti (che parola antica!) rimasti, si sono esibiti, non come nei precedenti incontri con superclassici di livello internazionale; non con canzoncine che bene o male conosciamo tutti anche per sbaglio e fissateci in testa mentre discutiamo della qualità di cottura di un pachino o di un pelato al supermercato con il nostro commesso di fiducia; ieri sera, i loro razzi fotonici sono stati lanciati attraverso gli inediti, scritti per l’occasione da diversi autori, tra i quali Max Pezzali e Ramazzotti.
Senza dubbio voto per le scelte azzardate e sperimentali di Morgan: un po’ perchè mi è sempre piaciuto il suo fascino da intellettuale disperatamente costruito e sudato; un po’ perchè ha portato dei pezzi che non avremmo mai ascoltato in tv (Piero Ciampi; Kurt Weill e Brecht; Propaganda, ecc.).
Più volte mi sono chiesta come sia stato possibile che io abbia tradito l’impegno civile di Santoro, Ruotolo e compagnia cantante.
Non lo so; molto probabilmente influisce che tutto l’ambaradan sia stato trasferito su La 7 – canale che mi ha sempre rotto un po’ le palle; per via dei modi di ripresa, per me, antiestetici e noiosi.
Xfactor duemiladodici piace anche dal punto di vista della costruzione; è esaltante, e credo sia l’unico “varietà” nel nostro paese ad aver adottato in maniera massiva tutti i mezzi di comunicazione di massa possibili, in contemporanea e in diretta su più piattaforme (radio; tablet; social; internet; chi ne ha, più ne metta).
Assieme al suo Extra (factor), posto circa dopo la mezzanotte, si tirano in ballo scenari del tutto nuovi. Il pubblico affezionato da casa interviene e dimostra come esso sia giovane.
Un target universitario e post, spesso organizzato in gruppi d’ascolto, si fa avanti con faccioni su monitor minuscoli skypizzati, e riprodotti in schermi gigantissimi, pronti a susseguirsi e ripetersi nei nostri video in un’eco visiva a dir poco post-moderna.
E’ inutile prenderci in giro; se qualcuno vuole investire in qualità può farlo ancora in Italia; checché se ne dica, la bomba esplosa attraverso il canale Sky Uno HD ogni giovedì alle 21.10 ha portato i suoi frutti e ne porterà altri. La gente è interessata e protagonista; partecipa e giudica attivamente, sentendosi importante; in più può dire la sua in maniera costruttiva ed edificante rivolgendosi direttamente agli interessati (giudici e cantanti).
Io voto sì a X factor e no a Valsoia; m’immedesimo nello spettatore non votante, e confido in chi permetterà a Chiara Galiazzo di vincere, per farmi risentire, guidando, quel suo timbro evocativo e unico, che si quantifica nelle sue note alte; perché è elegante, femmina – e anche un tantinino nevrotica.
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