Apriti Sesamo Live – Franco Battiato

Dopo alcuni mesi di attesa finalmente ieri sera è arrivato il caro concerto che attendevo da un po’: quello di Franco Battiato, legato al suo ultimo album Apriti Sesamo.

Tralasciando tutte le attese di noi amici in arrivo al Teatro Massimo di Pescara – luogo dove si è svolto il concerto – mi soffermerò a descrivere le cose che mi hanno colpito di più.

C’è da premettere che lo seguo da qualche tempo, ma non avevo assistito mai a un suo live, e per questo avevo tutti i buoni pregiudizi del caso e la paura che potessi uscirne pentita di aver contributo da sola a distruggere un mio mito personale. Questo non perché lui non sia un grande artista, ma ho maturato una certa repulsione per la musica dal vivo negli ultimi tempi, un po’ per i costi eccessivi e un po’ per la mancanza di  emozioni e per la noia che mi generano musiche e testi.

Mario Incudine ha aperto la serata con una serie di pezzi che ci hanno riportato all’interno di una dimensione siciliana; sebbene sia stato acclamato in diversi articoli per la sua bravura, ho da dire che la sua posizione non mi ha colpito per niente. Si tratta ovviamente di gusti: è partito bene con una grande ballata folk, per poi arenarsi e spegnersi a poco a poco, come il più anonimo dei musicisti, compiendo anche un atto di blasfemia sfrenata facendo un remake, nella sia lingua natia, di Bocca di Rosa di Fabrizio De Andrè, con l’ottenimento di un saluto tiepido e ricco di critiche che lo ha accompagnato fuori dalle scene teatrali.

Al contrario Franco Battiato ha costruito un crescendo sempre più grande, in ascesa ed elevazione. La sua dimensione chiusa in una scenografia geometrica, scissa tra orizzontalità e verticalità, ha creato un minimalismo compositivo che si completava con un gioco di luci psichedeliche, accecanti e vibranti allo stesso tempo.

I suoi ultimi lavori sono fuggiti: li ha cantanti in una maniera consequenziale, velocissima; uno dietro l’altro senza troppe parole, seduto su quel suo tappeto da saggio osservatore medianico, posto al centro della sala, e assorbito da quella sua aura straniante, proveniente e trasmessa a noi, dai musicisti alle sue spalle.

Ho apprezzato proprio questo dettaglio, soprattutto la posizione dei quattro archi in alto, che oltre a una questione organizzazione armonica, come idea, rimandava a una base Classica, che è poi la progenitrice di tutto creato musicale.

Più volte durante questa fase ho sentito la necessità di un distacco: la situazione venutasi a creare aveva dei ritmi che costringevano a chiudere gli occhi e a rimanere in comunione totale con la musica, costruita come un vero e proprio mantra per tutti gli astanti incantati ad ascoltarlo.

Tante volte ho visto suoi lavori video o partecipazioni tv, ma nonostante la sua gesticolazione fosse sempre marcata, non avrei mai immaginato che dal vivo potesse essere restituita in maniera così diretta. La comunicazione non verbale del gesto arrivava triplicata centomila volte rispetto alle parole. Cosa che per me ha dello sbalorditivo, un vero e proprio completamento all’intensità di significati pronunciati, scritti e trasmessi dai suoi testi.

Il tripudio e il divertimento sono arrivato dai suoi “famossimi” (che non citerò) incastonati nella memoria collettiva. Tanto è stato coinvolgente, che il pubblico seduto in platea ha rotto gli schemi della rigorosità del luogo, per appoggiarsi al palco, in un vero e proprio concerto di piazza, dove tutti ballavano e cantavano conquell’artista sessantancinquenne entusiasta e felice dell’irruzione che era appena stata fatta.

Quando tutto si è chiuso anche lui sembrava non volerci abbandonare. E’ rimasto a guardarci, osservarci e sentirci, per poi uscire a piccoli passi, dopo un’ora e mezza, con una gratitudine immensa.


Ps: la Cura dal vivo è veramente il brano più brutto che ha scritto.

Pps: In tutto questo, Sanremo è stato vinto da Marco Mengoni. Avevo detto ai miei amici che lui avrebbe vinto: il suo brano ha una melodia che vende, lui è bello. Per me gli Elio e le storie tese sono i vincitori assoluti; non di certo per l’effetto sorpresa, ma la loro capacità di prendere per culo il mondo con i loro travestimenti da nani in presenza di un attore porno come Rocco Siffredi.

2 risposte a “Apriti Sesamo Live – Franco Battiato”

  1. Non so se l’ha fatto anche da voi, a una mezz’ora dalla fine apre a tutti. Che si trovi in piazza o a teatro. La trovo una cosa molto bella. E poi è simpatico, un po’ rincoglionito ma simpatico!

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    1. Non so, se in teatro lo hanno fatto, ero in galleria.
      Solitamente tutti i concerti aprono alla fine.
      Mbu

      ahahah si, simpatico!

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