Potrei aver rubato l’opera 253 della serie dei 538 di Piotr Hanzelewicz in mostra alla Celeste Kunst, cioè alla Lavanderia Lavapiù di Teramo, situata in zona Gammarana.
Questo comporta che, adesso, qualcuno è a conoscenza del fatto che sono la custode/collezionista/farabutta ipotetica rapinatrice di un’opera da pochi centesimi di euro, cioè di una situazione che implica un disvelamento nella partecipazione allargata da parte di un pubblico chiamato a intervenire, in forma anonima, nell’elaborato sistema di scambio creato oculatamente (e da anni) dal piccolo e goliardico mistificatore Piotr Hanzelewicz.
In quanti sanno che il centesimo è una moneta disgraziata che ha delle vicissitudini strane sul ruolo e nel mercato economico europeo?
In quanti possono immaginare che i centesimi sono quelli che le persone gettano molte volte nel cestino della questua durante il rito sacro di una funzione religiosa?
Un processo di accumulo, che alimenta sistemi e mercati, ripetizioni di riti, dove in gioco ci sono corpi e vite di santi – o i loro residui spacciati per oggetti/feticci di culto da venerare. Come è – si suppone – il tentativo dell’artista di farti portare a casa uno stralcio di un processo numerato posto di fronte all’opera originale: la vera reliquia davanti ai nostri occhi che rimane sacra e vergine, protetta nella sua custodia trasparente e blindatissima, dove sono disposti i cataloghi e parte della storia di chi li ha pensati.
Ho studiato molto a fondo il lavoro di Piotr Hanzelewicz nel 2014, un anno circa, e ho visto più volte i processi di ossidazione che implicavano in termini fisici una sofferenza per chi li realizzava. Grandi o piccole cose, che offrivano all’artista, al suo pubblico, ai suoi acquirenti/donatori, un processo di deperimento in qualcosa che si sfaldava nel momento in cui il tempo passava.
Adesso, invece, mi pare di vedere una evoluzione: un’opera minimalista, come minimalisti erano i precedenti processi, ma un’opera chiusa, serrata, non impenetrabile, la cui narrazione termina davvero davanti ai nostri occhi.
Visibile e invisibile, qui. Allora è da chiedersi: davanti a cosa noi ci soffermiamo davvero?
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Piotr Hanzelewicz a cura di Celeste
Testo critico: Christian Ciampoli
Celeste Kuntz – Lavanderia Lavapiù, Teramo
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