Mi sono data una nottata e mezza giornata per pensare a come elaborare lo scritto dedicato a Fill the Void, La sposa promessa; uscito nelle sale a novembre scorso, e arrivato nella mia, in versione alternativa, solo a dicembre; la cui regia è dell’israeliana (americana) Rama Burshtein.
Come da titolo, la trama gira attorno al fidanzamento ufficiale di Shira – una ragazza diciottenne che attende il suo grande giorno, spiando, con zia e madre, l’uomo futuro che le è stato predestinato per volontà di Dio, e combinato dal rabbino capo della sua città.
A sconvolgere gli equilibri sarà la morte della sorella maggiore Esther, che lascerà un bambino e un marito soli, in una casa dove la religiosità è vissuta in maniera integrale.
Di montaggio semplice, con abbondanti effetti flou, la pellicola scorre in una maniera spirituale. Il trasporto è totale per chi osserva le vicende di questa famiglia attraverso un filtro che fa da ponte con attente scelte musicali. Tramite queste, infatti, il film alleggerisce la sua evoluzione e trasporta lo spettare in una dimensione altra, non appartenente al nostro modo di intendere la religiosità.
Sebbene si possa pensare visionando il trailer che esso sia un lavoro pesante – poiché lontano dalla nostra cultura – ci permette invece di entrare a piccoli passi in una realtà differente; troppo nascosta; che a volte spiamo nei piccoli frammenti di film per lo piu’ dedicati alla seconda guerra mondiale; se si parla di cinema popolare/commerciale in cui sono presenti gli ebrei.
La sceneggiatura non è complessa, è molto chiara. In certi punti l’ironia irrompe nelle circostanze più incisive, dove si ha una pausa per metabolizzare e attutire le scelte che compirà la protagonista, sottoposta a costrizioni e umiliazioni involontarie, solo perché incapace di gestire una situazione più grande di lei, vista la sua inesperienza di vita sociale e di coppia.
La cosa che mi ha lasciato in sospeso è stata il finale: come mai affronta con tanto spavento una fase così importante della propria esistenza?
Hadas Yaron (Shira) ha vinto la Coppa Volpi come migliore attrice all’ultimo Festival del cinema di Venezia.
Consigliato, non a tutti, solo a chi è disposto ad accettare cose lontane da noi e dalla nostra occidentalizzazione.
Trailer:
Fill the void/La sposa promessa di Rama Burshtein
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