In crash da sistema, per via delle ultime giornate di studio, con una media di ore paragonabile a turni industriali di lavoro, ho deciso di terminare la lettura di Margherita Dolcevita di Stefano Benni.
Ho comprato questo libro diverse settimane fa, la sera in cui andai al cinema a vedere La migliore offerta di Giuseppe Tornare. Era in sconto del 25%, e non avevo mai acquistato un volume di questo scrittore poiché infastidita da quel suo odioso ciuffo baldanzoso e capriccioso.
Ho scoperto invece piacermi molto: per stile, ironia e semplicità nella composizione di frasi di una morbidezza, così ampia, da poterci saltellare sopra con i propri pensieri.
Margherita Dolcevita è una ragazzina di quattordici anni che ha una famiglia composta di due fratelli, un padre e una madre sgangherati. Lei è un po’ cicciottina, malata di cuore, e scrive poesie brutte, poiché tutti ne creano di belle.
Le sue figure di riferimento sono un nonno – che sogna di ballare tango ogni venerdì con una presunta spasimante immaginaria che va a trovarlo in casa, in soffitta (dove lui ha la sua stanza), e un cane acciambellato, pigro ma guardingo – che ama prendere piccoli spiragli di sole – di nome Pisolo.
A cambiare le sorti dello scenario arrivano i nuovi vicini di casa: un nucleo di persone postmoderno e fagocitatore d’innovazioni, sempre all’avanguardia, al passo con i tempi e i cambiamenti, che vive in un mondo nascosto e troppo complesso per la protagonista.
Ho riso di gusto su molte pagine per gli accadimenti e le stramberie di tutti i personaggi, e capito che in fondo non è una storia sciocca, ma qualcosa che nasconde, dietro un’attenta complessità compositiva, dei meccanismi che portano alla modifica del proprio punto di vista, in una maniera radicale, andando avanti, piano piano, con la lettura.
E’ un romanzo di formazione che si chiude in maniera esemplare, lasciandoci stupiti e avvolti in un alone di nostalgia.
Personalmente Benni è stata una scoperta che contribuirò a incrementare, augurandomi che questo piccolo contributo possa arricchire e incuriosire anche voi.
“E’ brutto non fidarsi alla mia età. Ti resta dentro per sempre.”
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