La settimana scorsa dicevo che avrei parlato di una serie TV basata su una storia vera.
Una miniserie firmata Netflix che racconta come alcuni ragazzi siano rimasti vittima di un meccanismo manipolatorio e di strumentalizzazione politica nell’aprile del 1989, quando già, in TV, erano in trono i messaggi di Donald Trump.
Mi trovo a pubblicare questo post oggi, 3 novembre 2020, mentre negli Stati Uniti le persone si muovono per le elezioni del nuovo presidente.
Qualcosa è cambiato da allora, la conoscenza e la diffusione su questa situazioni si è amplificata anche grazie alla possibilità di avere internet che permette una maggiore conoscenza delle notizie che trattano temi legati ai diritti di ognuno.
When they see us è la storia, una racconto comune a molte vittime di odio razziale travolte dall’occhio del ciclone della opinione pubblica e della politica.
Una donna bianca subisce una violenza a Centrale Park a New York. Il mistero è attorno a chi è stato. Sono accusati alcuni ragazzi di Harlem, costretti a subire anni e anni di carceri nonostante la loro libera verità e la mancanza di prove.
La vicenda più assurda è quella di Korey Wise. Aveva seguito un amico e si è ritrovato a essere la punta di diamante resistente di questa vicenda nelle carceri più dure, pagando lo scotto di un crimine non commesso a piene mani.
Come molte delle situazioni che si vedono, se ne parla in questo breve film, le questioni comuni sono quelle che hanno di base la povertà. Questo mi fa sempre paura, perché credo che la povertà, come la fortuna, siano sempre delle categorie facilmente strumentalizzate.
When they see us è davvero un progetto meritevole di essere visto e
In bocca al lupo ai cittadini degli Stati Uniti.
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