Quando ho acquistato Accabadora di Michela Murgia è stato un gesto d’istinto, una rottura voluta dalla lettura precedente.
Non sapevo a cosa andavano incontro, ma è stata una scoperta continua. Ho apprezzato la struttura del romanzo, i rimandi antropologici che raccontano una Sardegna degli antichi rituali, il porto di Genova verso Torino, ma soprattutto, un tema che negli ultimi anni sembra ancora vivo e discusso: il diritto all’eutanasia.
A una signora anziana è affidata una bambina, da qui si sviluppa l’intera trama che ha come filo conduttore la questione del tradimento che si presenta come una tremenda bugia.
La scrittura è netta, diretta e urgente.
È un libro che ho amato molto.


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