Piotr Hanzelewicz prima disegnava cose, oggi lascia disegnare cose.
Le istruzioni non pongono libertà ed empatia nell’ascolto. Si tratta di un lavoro che comprende elementi precisi con cui interagire e di cui non scelgo di parlare. Posso dire che ho avuto un forte rigetto su tutto il processo legato a questo lavoro. Indossare, eseguire, ascoltare, orientarmi: un fascismo.
La tecnologia ha creato un limite: l’istruzione all’esecuzione mi ha azzerato la visuale. La trappola è l’invito al segno, non guardare il mondo, ma porre un limite al mondo con la propria relazione all’oggetto che è in apparenza un’opera d’arte corale.
Eppure il mondo è lì, oltre quel minimale fatto di quadratini assemblati in trasparenza, oltre quel vetro, oltre lo sguardo di chi ha generato e oltre lo sguardo di chi ha intenzione di replicare quella istruzione. L’artista crea un limite, sul limite, e porta il visitatore dentro la sua nicchia in un’ottica che non è ascolto o empatia, piuttosto una trappola che impedisce di guardare con purezza qualcosa che è in continua supplica: la natura, il mondo, nel cambiamento climatico.
Se il titolo di questa Biennale è Tra l’estetico e il politico, quest’opera di Hanzelewicz denota e conferma che il narcisismo è il male del nostro tempo.
Dentro questa proiezione è d’obbligo non starci negli stessi termini in cui si è chiamati esserci. Solo il potere di chi reagisce può definire il confine di resistenza senza urla e con gesto che è la propria firma come azione di riflesso: restituire al mittente il proprio sguardo sulle cose che guardano al mondo. Mettersi davanti allo specchio, come donna, dotata di occhi e intelligenza, per smascherare il pantano in cui si è finiti e ficcarci le mani per dire “ne sono fuori” da questo universo, consapevole di esserci dentro, senza paura, e con solo una lettera che decreta un ricordo preciso di opposizione radicale a chi lo ha creato.
È un’opera relazionale dal titolo “Con i tuoi occhi” – 2023.
I progetti sono a cura di Antonio Zimarino e Chiara Di Carlo.


Per capire di più l’incipit del mio testo testo, bisogna fare un viaggio nel 2006 e andare a visionare Sunny Morning (un lavoro dell’artista del 2006).
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