Uno dei volumi più utili letto negli ultimi mesi.
Lo suggerisco a chi è vittima di manipolazioni narcisistiche perverse, soprattutto se si è riscontrato questo atteggiamento in più fasi di scontro e litigio.
Prendetevi cura di voi e lasciate che il soggetto violento affoghi nella mancanza di acqua del suo stesso stagno, quello costituito da sue proiezioni. Almeno scopre brutalmente chi è prima di passare a un’altra vittima. Il volume afferma che tali individui non cambieranno mai, le uniche consolazioni che si possono avere arriveranno dagli altri soggetti immeritatamente traditi, quando se ne renderanno conto, in una fase successiva, e si risveglieranno dal torpore di una magia creata ad hoc.
Queste persone soffrono solitamente come cani, ma non entrano in crisi, si crogiolano solo nel vittimismo e usano l’altro essere umano, che li ha amati profondamente, solo per assorbire energia, sfruttargli e poi disfarsene.
Per loro le persone sono oggetti utili e inutili, sono incapaci di amare poiché non conoscono questo valore che non gli è stato trasmesso.
Conta solo l’equilibrio e la proprio integrità personale, fisica e psicologica e la reazione a tutto questo.
Una delle parti più interessanti:
“L’odio si manifesta.
La fase d’odio appare allo scoperto quando la vittima reagisce, cerca di erigersi a soggetto e di recuperare un po’ di libertà. Malgrado un contesto ambiguo, tante di porre un limite. Uno scatto le fa dire: “Adesso basta!”, o perché un elemento esterno le ha consentito di prendere coscienza della proprio schiavitù – in genere quando ha visto il suo aggressore accanirsi su qualcun altro – o quando il perverso ha trovato un altro partner potenziale e cerca di spingere il precedente ad andarsene intensificando la violenza.
Nel momento in cui la vittima dà l’impressione di sfuggirgli, l’aggressore prova una sensazione di panico e rabbia e si scatena.
Quando la vittima esprime cio’ che prova, la si deve far tacere.
E’ una fase di odio allo stato puro, estremamente violenta, fatta di colpi bassi e di ingiurie, di parole che sminuiscono, umiliano, si beffano di tutto cio’ che l’altro ha di più intimo. Questa armatura di sarcasmo protesse il perverso da quello che teme di più, la comunicazione.
Ansioso di ottenere uno scambio a ogni costo, l’altro si espone. Più si espone, più viene attaccato e più soffre. Il perverso non sopporta lo spettacolo di questa sofferenza e rafforza le sue aggressioni per fare tacere la vittima. Quando l’altro rivela le sue debolezze, il perverso le sfrutta immediatamente a suo danno.”
[…]
Non si tratta, qui, di amore che trasforma in odio, come si tendere a credere, ma di invidia che si trasforma in odio. “
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