Sto sistemando casa, cacciando i residui del vecchio per fare spazio al nuovo. Nella mia camera ci sono ancora troppe cose, tra queste DVD che hanno segnato il mio immaginario e di cui forse parlerò in futuro.
America Beauty è un film del 1999 molto famoso, credo che abbia segnato l’immaginario di molti a quel tempo. La storia è di un uomo che si suicida dopo aver vissuto la sua vita nella totale estraneità di se stesso. Famosa è la lunga carrellata finale che compie il riepilogo della sua esistenza, mostra una finta famiglia americana fino alla riconciliazione con sé, attraverso la morte.
Abbiamo una moglie con amante, il protagonista che vuole risvegliare la sua libido con una ragazzina, la repressione della sua componente omosessuale che si manifesta con il padre dell’amico della figlia ex marines in un garage con un bacio intensissimo, la morte.
Rimasi molto affascinata dalla colonna sonora, dalla scena della busta che roteava nel vento nella poesia di quel ragazzino disagiato guardato dalla figlia del protagonista. Penso che buona parte delle donne abbiano fatto scattare la viva crocerossina pronta a soccorrere il poverino in quel momento.
Conflitti tra padri e figli maschi dove le donne sono sempre a margine pronte a curare chi invece dovrebbe reagire da solo al disagio interno alla propria famiglia spezzando una catena.
Certo è un film, ma oggi con gli occhi da adulta ci rifletto tantissimo. Fa ridere perché poi Kevin Spacey è finito negli ultimi anni nel calderone di uno scandalo sulla omosessualità la cui storia non so che fine abbia fatto.
Una sorta di destino scritto. Era il 1999 e si parlava già di narcisismo. Questo film lo racconta benissimo e io me ne accorgo solo ora in mezzo a un mare di polvere.
Ripenso a tutte le letture di psicologia che mi sono fatta negli anni per capire cosa mi divorava nella scelta degli uomini. Non ho mai riflettuto su quanto il visivo avesse avuto impatto nel modellamento comportamentale, nella scelta, quanto ti interessi a una cosa che è una immagine, soprattutto quando non corrisponde alla realtà, ma alla proiezione che gli si attribuisce, compreso un film.
Psicologi ne abbiamo? 🤣
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