Sono stata al cinema per vedere l’ultimo film di Nanni Moretti, Tre piani.
Proprio in questo momento mi trovo ad ascoltare l’audiolibro del volume da cui è tratto, alcuni sono i capitoli che ho affrontato e molti mi hanno permesso di capire quando quella storia, seppur riadattata per esigenze mirate dedicate alla pellicola, sia fedele all’originale di Eshkol Nevo nella struttura.
Mi è molto piaciuto, ci sono diverse scene che riportano all’immaginario cinematografico di Moretti, si incastonano come poesia che mi ha molto emozionato in determinati punti.
La storia è quella di tre famiglie, ognuna a modo suo con grossi problemi relazionali che condividono un palazzo, ognuno in silenzio, fatto di tre piani, come qui livelli di vita da interpretare in base alle fasi di maturità che ognuno di noi solitamente può avere o declinare di avere nel corso della propria esistenza.
A me è piaciuta molto la vicenda che vedeva Riccardo Scamarcio protagonista, il modo subdolo in cui può avvenire una manipolazione nell’approfittare di una donna per un motivo che acceca in modo invalidante la vista sui fatti concreti e mai avvenuti. Devo dire che ho anche apprezzato quella dove c’è Margherita Buy, che nel suo ruolo mette in luce il profondo abuso psicologico adottato una persona di potere interpretata da Nanni Moretti.
Il progetto è concentrato sulla figura maschile, sugli sbagli, sul mettere in evidenza i disagi che possono generare gli uomini che decidono, fanno e sono assenti quando hanno una compagna al proprio fianco.
Sfido qualsiasi figura femminile a non ritrovarsi in qualcuna di quelle dinamiche. Tutte, in qualche modo, le abbiamo vissute, abbiamo sopportato quelle vessazioni prestare in maniera subdola da chi pensavamo di amare e che poi si è rivelato tutt’altro.
È un bel modo per tornare al cinema.
Andate se vi capita.

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