Il mio orticello da balcone cresce, sono riuscita a traferire le piccole piantine in vasi più grandi e riesumare una rosa che avevo dimenticato di avere e di cui non ricordo neppure il colore.
Non so se sia tempo di potatura, mi sembra di ricordare che fosse autunno, ma proprio su questa piccola piantina, alcuni giorni, ho deciso di agire con la pazienza del Maestro Miyagi di Karatè Kid, ripulirla dal fogliame aggrovigliato e secco che la rendeva impossibilitata alla vita.
L’ultima settimana è stata molto dura, non come le solite. Un lutto non è una cosa semplice da attraversare o superare, figuriamoci adesso quando sei impossibilitato a fare tutto, compreso un ultimo saluto a chi ha scelto di andare via per naturali malattie e non per covid.
Ero abituata a fare i conti con la morte con le solite opportunità di fuga dettate dai tempi del lavoro, di una normalità che ha subito uno scossone, oggi imparo a guardarla senza scuse o fughe per chissà quale mondo inesistente.
Mi sento fortunata.
Non è la prima volta che attraverso una grossa perdita in famiglia, e non sarà l’ultima, ma ogni volta la morte porta un prezzo diverso, si rapporta al valore della persona, degli insegnamenti lasciati in dono, ai progetti che possiamo sviluppare per il futuro.
Reset.
Sono molto selettiva e dura, adesso mi sembra di esserlo ancora di più. Fuori c’è un coro di gente che ho riscoperto e che ha voglia di vita. Il solito uccellino canta fuori dalla finestra. Del vecchio mondo, quello che pensavo fosse una parte necessaria, vedo cadaveri lamentosi nelle fosse, pronti a distruggersi nella immaturità per ogni cosa, a disprezzare buona parte di chi crede in una speranza o agisce per l’altro senza nessun interesse.
Avrei voglia di chiedere: ma ancora? questa schifezza che continuate a perpetuare per attrarre attenzioni, farvi dare applausi, davvero vi rende migliori e appagati?
Siamo già fortunati a poter custodire la nostra singola esistenza, ma avere tempo per farsi profeti e istruire la vita altrui, in mondo virtuale dove il passo fatto non corrisponde al vero, mi pare di una nullità stratosferica.
Vado a ripigliarmi.

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