Jazz: sfidare se stessi. Fabrizio Bosso Quartet – Cellino Attanasio (TE) #concertidelleabbazie #musica #concerti

La mia conoscenza sul Jazz si limita agli Aristogatti, alla famosissima scena in cui tutti impazziscono suonando quel tipo di musica.

Non amo questo genere, non ho trovato mai appassionati che me abbiano parlato fino a raggiungere un trasporto e non ho mai avuto interesse nell’approfondire l’argomento.

Ho sempre avuto delle reazioni urticanti all’ascolto, uno stato di agitazione inspiegabile che volevo reprimere a tutti i costi. Ieri sera mi sono concessa una possibilità. Se una cosa mi urta, allora qualcosa di me rifiuta. Il punto è cosa?

La migliore soluzione è stata acquistare un biglietto e approfittare della opportunità concessa dagli eventi organizzati sul mio territorio, a casa, a Cellino Attanasio, nel giro di tour organizzato dai Concerti delle Abbazie.

Ho approfittato dell’evento del Fabrizio Bosso Quartet per mettermi alla prova. Ho capito che in passato volevo reprimere le mie emozioni.Lo stato di agitazione che provavo con il jazz è la perdita del controllo e la concessione di un ritmo.

Mi sono entusiasmata per il pubblico, alcuni non si trattenevano. Per il contrabbassista che, con tutta la sua passione, stabiliva un contatto fisico con il suo strumento. Il suo sguardo era un punto di incontro con gli altri musicisti. Mi è sembrato che questo tipo di orchestrazione avveniva e cresceva più con l’intesa di sguardi che con il resto.
Questo non significa che la tecnica non sia importante, al contrario, proprio perché la tecnica è guida, un musicista può permettersi di divertirsi e spaziare per coinvolgere il pubblico.



L’attimo più bello di tutta la serata è accaduto quando Fabrizio Bosso con la sua tromba si è messo da parte. È diventato pubblico, camminava e suonava tra noi. Si è seduto e ha ascoltato chi lo accompagnava. Del resto è questo: chi suona è anche quel pubblico e quel pubblico sceglie e riconosce la qualità e l’umiltà di chi è capace di mettersi per pochi minuti fuori gioco, godere di un suo spazio musicato osservato da lontano.



Tornerò a un concerto di questo tipo? Si, senza ombra di dubbio. Lo farò senza pregiudizio o vizio, senza conoscere nulla e da ascoltatrice dall’orecchio puro.

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