Stamattina mi preme parlare di un argomento molto di tendenza. Si tratta di una opinione che sto maturando in occasione di quello che è accaduto sulla situazione del commissariamento della sanità in Calabria e la questione dell’ex rettore della Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio.
Ho da poco terminato la lettura di un articolo del Corriere della sera che riporta come le motivazioni siano di origine personale e di come la decisione sia stata presa di comune accordo con la sua compagna, ma da ieri naviga sul web la notizia che lui avrebbe rinunciato al suo ruolo proprio per lei, a causa di sua moglie e della sua mancata volontà di trasferirsi in quella regione.
Posta in questi termini. io credo sia un discrimine. La cosa che mi ha portato a pensarlo è una situazione di gossip che nell’apparato politico ha ben poco a che fare con l’utilità sociale, ma in termini di comunicazione, il fatto che sia arrivata una informazione così diretta sul determinare una scelta, in base al ruolo di una donna, è strumentale.
Per me è un meccanismo che getta fango sull’impegno di chi sta combattendo per ottenere meno vessazioni da parte degli organismi di potere in ogni campo della società. Potrei buttarla sul ridere, sulla ironia intelligente, ma credo che sia una occasione di confronto per confermare un dato pericoloso: il nostro Paese continua a guardare la figura femminile con due tipi di occhi:
1) la santa – madre e vergine che ha il compito di rimanere zitta
2) il diavolo – la maleficent – il danno, la sfascia famiglia, l’elemento decisionale che esercita il potere sulla persona che ha accanto.
Io non so quali siano le reali condizioni che abbiano portato alla rinuncia di quella nomina, ma non prendiamoci in giro sul fatto che il ruolo sia dipeso da una donna o dalla tutela del sacro vincolo della famiglia.
Si parla di uno specialista medico che ha diretto uno delle istituzioni accademiche più antiche d’Europa, che mi si venga a raccontare una storia dei tempi antichi, mi fa scattare dalla sedia e accendere mille campanelli di allarme.
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