Cinque sono le puntate che caratterizzano la prima stagione della serie tv Netflix ispirata ai libri di Arsenio Lupin. La storia è di un bambino che vede suo padre condannato ingiustamente a causa di una manipolazione economica legata all’alta borghesia francese e alla famiglia Pellegrini.
Parigi è il cuore di una situazione complessa, il furto di una parure messa all’asta all’interno del famoso museo del Louvre raddoppia l’interesse verso questo oggetto che nasconde una situazione di odio razziale, discriminazione e corruzione.
Parte dall’inganno e a combattere sono giusto e giustizia nell’eterna lotta tra bene e male dove le donne sono messe a margine.
Ruolo centrare del meccanismo che regola i comportamento di Assane Diop – protagonista – è la sua capacità trasformista che passa attraverso l’uso e lo studio dei social network e delle tecnologie.
Il cuore del suo tradimento è bilanciato da una amicizia che parte da un valore sano di fiducia e amore che nascono sui banchi di scuola e continuano nell’età adulta tra situazioni ingarbugliate e confuse.
I libri hanno un ruolo centrale, sopratutto quelli firma da Maurice Leblanc, permettono ad Assane di proiettare ed essere l’ombra ideale di quello che è il suo mito fin da bambino, la sua ancora di salvezza, su quella che è la sua età adulta nella ricerca della verità legata a suo padre.
Strano è l’accostamento della Bibbia: è come se gli autori volessero suggerire agli spettatori che tutto parte da storie fondamentali che si rielaborano sulla base della onesta coscienza di ognuno nei comportamenti.
Se esiste un sistema di tracce per raccogliere a capire le dimensioni di quello che è accaduto, la seconda stagione ci offrirà aspetti ancora più intriganti per capire cosa spinge il protagonista ad andare in un’altra città, quella dove ci ha sul lasciato sul finale con un grande interrogativo, e io non vedo l’ora di scoprirlo!
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