Presa da tante situazioni diverse che si stanno allineando in modo quasi incasinato, ho terminato una delle letture che ho in corso da diversi mesi.
Un libro che arriva fuori tempo nella mia vita rispetto alla sua data di pubblicazione. Al momento l’autrice è in lizza per la cinquina del Premio Strega con un altro progetto, e questo che ho tra le mani è del lontano 2013.
Dieci anni fa parlava di una storia che metteva al centro Milena, un ragazza nata in carcere tra le mura di Rebibbia.
Le vicende sono ambientante dentro e fuori da questo luogo in un andirivieni che porta il lettore a vivere situazioni esasperanti.
“Il corpo docile” strattona i legami.
Il padre si intravede, la madre è frastornata e confusa, i bambini a cui dare una possibilità per osservare il mondo fuori dalle mura di reclusione sono molti. Spunta Lou Rizzi, un amore che si contrappone a quello amicale per Eugenio.
Lou Rizzi è il demone che intrappola Milena con la scusa di un articolo in una passione che si presenta a ogni occasione come oppressione. Marlon, cosa succede a Marlon?
Rebibbia è luogo imponente, come imponente è la trappola di un luogo che ti appartiene senza avere colpe, se non quella di esserci nata dentro.
Il Corpo docile di Rossella Postorino suggerisce diverse riflessioni, ma forse la più semplice è chiedersi cosa vuol dire affacciarsi al mondo sapendo che hai addosso il prezzo di un peso che non è tuo.
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Il corpo docile – Rossella Postorino
Feltrinelli (in edizione economica), 2022
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