Gianluigi Colin. A futura memoria

Ieri non è stata una giornata dedicata solo al cinema, nel pomeriggio ho fatto una piacevole camminata con un’amica storica dell’arte e curatrice.

Gianluigi Colin è un artista nato a Pordenone nel 1956, e la sua mostra è tenuta presso LARCA – Laboratorio per le arti contemporanee di Teramo,  in Abruzzo.

Il lavoro è stato organizzato in quattro stanze che ruotano attorno a diversi soggetti legati al mondo della comunicazione (mitografie; presente storico /i disastri della guerra; vie di memoria; amami). L’elemento principale, che si pone al centro dello sguardo, è il rapporto che lui instaura con l’informazione, giocando con le nostre esistenti occasioni culturali, nelle quali siamo immersi ogni volta  che sfogliamo giornali,  riviste, o al bombardamento mediale e mediatico cui siamo sottoposti ogni giorno, senza accorgercene.

Gli ambienti sono distribuiti in maniera del tutto scorrevole; ciò che emerge  è la relazione sinergica che si crea tra lo spazio ospitante e le opere, le quali hanno una forte gradazione e connotazione stilistica di rimando alla Pop Art.

L’enorme differenza è data dal fatto che Warhol lavorava per sottrazione – in sostanza, usava la serialità come elemento di decostruzione delle immagini provenienti dal mondo pubblicitario, lasciando frantumare il senso attraverso la ripetizione.
Gianluigi Colin, invece, usa la postmodernità creando confronti e incroci che rinviano ovviamente a matrici di scuola americana, ma offrendo un punto di vista netto, anche se liquido, di accrescimento e costruzione del significato.

Un percorso intriso d’impegno sociale e critica civile, in una montagna d’immagini che richiamano Mario Schifano, Mimmo Rotella e certe increspature di Alberto Burri – non tralasciando poi, argomenti legati a dibattiti sull’uso tecnico delle riproduzioni di massa, che hanno coinvolto, e coinvolgono ancora oggi, l’ambiente accademico e della divulgazione scientifica legata a questi temi.

Gianluigi Colin. A futura memoria è titolo della mostra che ci introduce un catalitico viaggio.
Il fotoreportage incrocia pittori cruenti della storia dell’arte rinascimentale e barocca. In colori  fluorescenti che fungono da spartiacque, in una stampa di grandi dimensioni, che segue una drammaticità unica tra passato e presente.

Uno dei progetti realizzati che mi ha colpito di più, è stato appositamente creato per quel luogo; la prima opera che si incontra arrivando in quei corridoi: una grande parete ricca di fogli A4 su cui sono stampate fotografie e indicazioni informative essenziali, provenienti da tutte le agenzie stampa che arrivano, in una sola giornata, alla redazione giornalistica del Corriere della Sera – dove Colin è art director.

L’opera, dal titolo, 12.12.12. Quel che resta del giorno, pone l’attenzione su due figure centrali: la prima è la ricorrenza di Piazza Fontana (12.12.1969); l’altra, invece, una riproduzione dell’opera di CaravaggioL’incredulità di San Tommaso.

A termine, un video in bianco e nero costruito seguendo le fila di uno scandagliamento oculare: due e più fogli di giornale che riflettono il movimento degli occhi alla lettura, in maniera schematica o causale, in notizie che subiscono radicali modifiche, seguendo la grammatica di un linguaggio filmico, facendoci capire come funzionano il meccanismi di manipolazione, applicati alla stampa.

La maggior parte dei lavori presentati ha tonalità sgargianti, mentre quest’ultimo è monocromatico.

Il sito dell’artista non è piacevolissimo; la resa  è dal vivo è di gran lunga migliore: http://www.colin.it/colin.html

Gianluigi Colin. A futura memoria
a cura di  Umberto Palestini

L’ARCA – Laboratorio per le arti contemporanee 
Largo San Matteo, Teramo
21 dicembre 2012 – 10 febbraio 2013

Orari /dal martedì alla domenica 16.00-19.00
Ingresso gratuito

http://www.larcalab.it/a/

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