Senso di umanità smarrita #riflessione

Plum cake - Ph. Amalia Temperini

E’ da ieri che ripenso a una situazione che mi è accaduta. Ho aiutato un ragazzo a fare delle ricerche per un lavoro nei giorni scorsi. Ero oberata da situazioni da risolvere, numerosi problemi, un tempo strettissimo da dedicare e mi trovo in una casa che è diventata un luogo di clausura totale.

Alcuni anni fa ho scelto di intraprendere un percorso lavorativo del tutto personale, credevo che quello che fosse legato alla gig economy fosse una grande rivoluzione nel sistema di possibilità che si presenta davanti ai nostri giorni in termini di gestione dei tempi organizzativi di lavoro, vita, società e mille altre cose.

Prima della pandemia, questa condizione era possibile, il senso di claustrofobia della solita vita si riusciva a spezzare con un giro in macchina, una chiacchiera concentrata in una camminata al mare, al cinema, in un museo.

Ho sentito una persona al telefono che mi ha parlato della perdita di suo padre a causa del Covid, dalla impossibilità di essere presente al suo funerale. Il padre era rimasto al nord, lei in Abruzzo, l’unica della famiglia a essere rimasta qui. Mi ha spiegato come ha assistito alle funzioni religiose attraverso una video-chiamata e il senso di spaesamento di questo reale/non reale che ti intrappola in qualcosa che non ti permette di vivere davvero una fase luttuosa  così importante come può essere quella di dire addio ai propri genitori.

Dicevo, ieri mi è accaduto che quel ragazzo di cui ho parlato poche righe fa mi ha chiamato al telefono nel pomeriggio. Mi ha regalato un plum cake preparato da sua madre. Ho trovato questo gesto di una umanità che a me appariva perduta, la dimostrazione che i ventenni non sono così tanto brutti come ce li vogliono dimostrare.

C’è anche un’altra cosa che mi ha colpito e fatto emozionare nel senso più vero della parola: io non so se il dolce se lo è fatto preparare per lui e poi lo ha regalato a me; non so se lei fosse stata avvertita di come io avessi aiutato il figlio, ma ho pensato che fosse saggio scrivere anche lei per dimostrarle la mia gratitudine.

Mi ha colpito molto il gesto di risposta nel dirmi che avrei dovuto pensarla quando lo mangiavo e che a lei bastava questo per essere ricordata. Non so se sono strana io a entrare in forte empatia con questo messaggio, ma ci ho riflettuto molto sul senso di connessione alla vita che voglio continuare ad avere con le persone.

Sono anni che guardo la prospettiva del mondo da un punto di vista di un sistema che scansiona gli esseri umani in indagini biometriche come se fossimo diventati strane identità spersonalizzate da sottoporre a costante valutazione.

Ma da dove esce questo senso di sospetto che ci attanaglia?

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4 risposte a “Senso di umanità smarrita #riflessione”

  1. questo gesto gentile profuma di buono e di antico nel senso più bello che i possa pensare

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  2. Bellissimo gesto, un valore alla persona.

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