Ho chiesto a dei miei amici: secondo voi si può provare attrazione fisica per una persona di orientamento diverso dal nostro?
In entrambi i casi la risposta molto diretta è stata si, per via della fluidità di genere. Uno, in particolare modo, mi ha messo in guardia su un altro fattore che mi è stato utile: fuggire da chi non la dichiara apertamente, da chi non mette in luce la sua verità nel rispetto dell’altro.
Ho capito che in questo frammento di suggerimento alla base ci fosse il tentativo di cadere in relazioni manipolatorie di stampo narcisistico. Allora che si fa? Si acquistano libri per conoscere più realtà che non sono mai state fantasia. E so lo sono state, sono diventati capolavori filmici come in Una giornata particolare di Ettore Scola.
Non so quanti di voi, ma una delle difficoltà che ho è di adattarmi al cambiamento dei linguaggi affinché possa essere più accogliente e più aperto verso chi ha sensibilità diverse dalle mie, soprattutto tra le nuove generazioni che vivono molto meglio la loro sensibilità di essere e di autodeterminarsi.
Avevo preso a leggere Judith Butler alcuni mesi fa. Ho ripreso con Le identità di genere di Elisabetta Ruspini che è un piccolo saggio sociologico edito da Carocci nel 2009.
L’autrice prende in esame alcune cose ormai note sulla diversità tra sesso e genere, e tra gli argomenti più rilevanti, c’è stata la costruzione dei modelli comportamentali che partono dalla famiglia nel contesto di una nuova nascita.
Quanti, appena sono a conoscenza del genere del proprio bambino, ricorrono a comprare dei corredini rosa o blu? Addobbano le camerette definendo quello che potrebbe essere il futuro bambino ponendolo in un incastro? Quanti, di questi periodi, si eccitano con i gender reveal party?
Uno degli aspetti che più mi ha interessato è stato come un proprio bisogno di idealizzare possa segnare cosa sarà la vita di quello che è un bambino che si presenta al mondo con già degli schemi precisi che arrivano in secondo piano rispetto a tante altre possibilità educative.
Venderò il libro, ma ho riflettuto sul pregiudizio, gli stereotipi e la pesantezza di portare addosso il proprio giudizio.
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L’identità di genere di Elibetta Ruspini
Carocci, 2009
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