Ero partita con tutti i pregiudizi del caso dopo aver scoperto che a fare da cornice a quest’ultimo film ci fosse il fantasma dell’undici settembre.
Molto forte incredibilmente vicino non è un lavoro semplice, ma a più letture. La sua superficie narra da una parte una storia pubblica a tutti noi; mentre dall’altra, un racconto intimo di un ragazzino che si trova a vivere il dramma della perdita del padre, proprio a seguito di questa catastrofe storica.
Il flusso primario d’immagini che si presenta ai nostri occhi, assieme al suo giro di piano, permette di entrare in una dimensione ben strutturata: è un volo circolare che introduce già dall’inizio la sua fine, attraverso una sceneggiatura costruita e rafforzata da piccoli dettagli emozionanti, tra passato e presente.
Tom Hanks e Sandra Bullock sono protagonisti e genitori di Oscar: un bambino irrequieto, pieno di manie, che si trova a vivere da solo – in apparenza – questo dramma.
Il padre gli aveva insegnato ad abbandonarsi ai mille aspetti della ricerca scientifica e culturale, affinché non si accorgesse che lui fosse diverso dagli altri, ma avesse in realtà tutte le capacità sviluppate, affinché potesse emergere in una condizione contemporanea difficile, soprattutto a chi soffre di attacchi di panico e fobie sociali.
Le sue ossessioni compulsive si riflettono su una piccola chiave contenuta in una bustina gialla, e su cui appare la parola “Black” che gli suona come strana; la trova in vaso blu posto nel guardaroba paterno, dove si nasconde per ritrovare quella dimensione che gli manca tanto.
Il climax si rafforza quando Oscar crea un progetto di ricostruzione territoriale che gli permette di raggiungere degli obiettivi che lo porteranno a una soluzione precisa, e che lascerà lo spettatore a bocca aperta.
E’ una storia montata su più storie; dove la dimensione individuale si cinge a quella collettiva, mostrando, a piccole dosi, come siano importanti le persone che incrociamo sul nostro cammino prescindendo dal fatto che esse possano sapere o meno del nostro vissuto.
Oscar è piccolo principe moderno, che non entra nel mondo dei grandi facendo dei paragoni particolari o portando a una riflessione filosofica alta il lettore; la sua è una ricerca empatica, tanto da raccogliere e fotografare ogni singola persona incrociata, abbracciata, ascoltata, che lo condurrà a superare tutte le sue piccole paure.
Il film è tratto dall’omonimo libro di Jonathan Safran Foer, che tra qualche tempo leggerò.
Consigliato.
Rispondi