I due papi – Fernando Meirelles #film [#recensione]

I due papi - Fernando Meirelles, Netflix, 2019

Io non so se sia vero quanto viene dichiarato prima della visione del film I due papi di Fernando Meirelles (Netflix, 2019), cioè se questa storia raccontata è accaduta veramente tra Joseph Ratzinger e Jorge Mario Bergoglio, ma posso affermare che mi sono divertita nel seguire la vicenda dialettica costruita per questi due personaggi.

Ho scelto di vedere il lungometraggio prima dell’inizio di The New pope (The young pope) di Paolo Sorrentino e dopo alcuni anni dall’uscita di Habemus Papam di Nanni Moretti. La regia sembra giocare proprio con riferimento a queste precedenti progetti, ma il tocco di interesse avviene tra i due protagonisti nella loro relativa benedizione all’atto delle confessioni.

L’intento sembra quello di mettere in evidenza un messaggio che è la Chiesa stessa, fatto per la Chiesa, in un momento di passaggio, dove la spiritualità di ognuno – all’esterno di questo mondo – è posta in secondo piano perché quella degli uomini che la rappresentano non è del tutto senza macchia. La visione, inoltre, non abbandona gli scandali che ha attraversato una delle più grande istituzioni al mondo negli ultimi anni, piuttosto rimangono a margine e si sommano alle vicende personali mai raccontate prima, con le quali bisogna fare i conti dopo.

Gli autori mettono in luce anche il feroce giudizio delle persone. La gente che accusa la partecipazione di Ratzinger alla gioventù hilteriana o la partecipazione di Bergoglio agli incontri con Videla durante il periodo argentino assieme al tradimento dell’ordine, le colpe e i silenzi trattenuti. Per questo lo scenario è uno schema che si gioca all’interno delle mura vaticane e si divide tra chi ha trattenuto le emozioni in una dimensione narcisistica e tra chi ha vissuto e sta riscattando il suo dolore con processi di cambiamento rivolti all’intero mondo.

Nella sua totalità il film non offre risposte, racconta un presunto percorso storico, non muove critiche feroci e ha un lieto fine, cioè la nomina di Bergoglio a pontefice. Per questo, quello che credo è che si ha di fronte un prodotto piacevole che non cambierà le sorti del cinema, con una colonna sonora molto divertente, ottimo per passare due ore tra risate e momenti di forte emozione.

 

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