Bricolage. Appunt'attenti di un'acuta osservatrice

#Mostre: Alessandra Ferrini. Unsettling Genealogies a cura di Daphne Vitali, Museo Novecento – Firenze

Quando sono entrata in questa stanza, non mi sarei mai aspettata di uscirne stravolta; il lavoro compiuto dall’artista ha ribaltato la mia prospettiva di osservazione su un progetto che tesse le sue fila di ricerca in una visione precisa su una narrazione che non riusciamo a rimuovere ancora oggi che stiamo attraversando questo 2024.

Alessandra Ferrini. Unsettling Genealogies a cura di Daphne Vitali, Museo Novecento - Firenze ph. Amalia Temperini

Alessandra Ferrini. Unsettling Genealogies è una piccola mostra a cura di Daphne Vitali che si tiene al Museo Novecento di Firenze fino al 28 aprile. Si tratta di un progetto che indaga quanto il potere delle istituzioni culturali italiane abbia inciso su una fase storica che è quella del fascismo, della storia coloniale, degli anni della fondazione dell’Istituto Luce e del ruolo immaginato per il Festival del Cinema di Venezia, cioè quando il mondo della cinematografia e del controllo delle immagini è stato pensato a servizio totale della propaganda rivolta al Duce, Benito Mussolini da alcune figure chiave del tempo: Giuseppe Volpi, Antonio Maraini e Luciano De Feo.

In una storia pubblica si entra in vicende private strepitose in un’ottica che si avvicina ai racconti e alle stesure letterarie di resistenza che appartengono all’immaginario di Beppe Fenoglio, quando nei suoi intrecci il privato diventava centrale per dare eco a fatti di guerriglia che accadevano negli anni ’40 sulle lande piemontesi.

Ferrini crea due stanze: la prima è un salotto borghese del Ventennio; la seconda è una sala in cui si osservano e ascoltano le ricostruzioni storiche un’ironia prospettica che è ferocia basata sui testi che ognuno di noi ha sotto gli occhi e che può visionare in quel momento.

L’artista sfrutta lo studio, i dati, la ricostruzione storica assieme alle proprie memorie di famiglia per capire come la sua dimensione sia stata annidata al fascismo con il lavoro della nonna e della pro zia e come suo nonno appartenesse alle truppe della Brigata Garibaldi in una chiara e concreta posizione antifascista con il nome in codice di Pantera.