Il piacione, il ritorno.

Il tizio X che viene alla mostra, ha un fare da critico piacione: scarpe sporche, pantalone da tuta, giacca messa a caso, capello alla sgarbi, faccia da porcone spietato. Lei: bella, bionda, tacco a spillo, tubino nero in pizzo, si cimenta in interpretazioni per farsi sentir dire di essere intelligente e brava dal povero sfigato.

Lui davanti a un’opera chiede a lei: “Se questo lavoro fosse uno specchio cosa vedresti di te riflesso?”

Una giovane guida da sola in sala in questi casi si sente un’intrusa: inizia a vagare con lo sguardo, scruta lo smalto dei propri piedi, si vergogna per il tentativo d’approccio da quattro soldi inveito verso ‘sta sfigata belloccia, e vorrebbe rispondere in maniera istintiva al suo posto: “vedo te, Caro: IMPICCATO!”.

Ma non può. E soffre, sopportando, in silenzio, l’attesa.

14 risposte a “Il piacione, il ritorno.”

  1. Mi piace pensare che ci sia sempre una storia – meno triviale e banale dell’apparenza – dietro una scena di quotidiana follia

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    1. ahahhahaah purtroppo qui la questione era troppo evidente, troppo troppo evidente!

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      1. ma che ne sai magari lei era la nipote oppure una che per aiutare gli altri offre compagnia a gente disadattata…certo l’abbigliamento?!?! ma si sa che l’abito non fa il monaco, no???

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      2. 😦 povera lei allora

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      3. anche soprattutto povero lui, che per una botta di vita deve ricorrere a giri assurdi! 🙂

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  2. Troppe sono le situazioni in cui uno si vergogna per gli altri e vorrebbe intervenire trucidando il cretino e la minorata di turno: al ristorante, ai concerti, in libreria.

    D’altra parte, mi piacerebbe sapere anche come è proseguita la faccenda, perché se la gnocca in pizzo uno del genere se lo porta a casa, allora certe cose se le merita pure.

    “Ogni due giorni Moritz va a prendere Benja alle prove pomeridiane e mangiano insieme da “Savarin” a Nyhavn.
    Moritz ci va per la cucina, ma anche perché i prezzi sono uno stimolo al suo egocentrismo e perché attraverso i
    finestroni che ne ricoprono la facciata gli piace avere una bella vista sulla gente per strada.
    Benja va con lui perché sa che la gente per strada attraverso gli stessi vetri ha una buona vista su di lei.”
    – Peter Hoeg, “Il senso di Smilla per la neve”

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    1. mai citazione fu più adatta!

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  3. La tua risposta ci sarebbe stata eccome!

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  4. Mi è capitato talvolta di vedere alle mostre degli attempati over 50 con abbronzatura e capello fluente, accompagnati da pesudomodelle abbigliate in modo appariscente (non stai in discoteca, stai a una mostra, per la miseria)… chissà, forse darsi da intenditore d’arte riscuote il suo fascino….

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    1. si, l’intellettualoide chiacchierone cazzaro, ha successo, soprattutto se dimostra di avere due soldi in saccoccia! 😀

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