Ne avevo parlato alcuni mesi fa dopo l’accaduto. Un’opera di Banksy ritrovata in Abruzzo in un casolare del teramano aveva destato l’attenzione su una situazione che di chiaro aveva ben poco.
E’ di oggi la notizia di un cambiamento. La questione è ripresa da Diana Pompetti nel quotidiano Il Centro. La giornalista fa luce sulle novità che arrivano dopo alcuni mesi dall’accaduto e afferma che l’imprenditore di Tortoreto (TE) – proprietario del casolare dove è avvenuto il ritrovamento – è stato convocato dalle autorità francesi che hanno assunto la titolarità sulle indagini.
Entro fine mese si svolgerà il primo interrogatorio, molto probabilmente in via telematica a causa delle restrizioni sul covid. Prima di adesso la situazione era gestita dai funzionari della procura regionale, ma visto che gli atti compiuti si sono svolti in territorio francese, e visto le disposizioni di diritto europeo, tutto è passato nelle loro mani.
Per chi non lo sapesse, dopo gli attentati del novembre del 2015, l’artista ha realizzato un lavoro in onore delle vittime del Bataclan. Si tratta di una porta collocata in uno degli ingressi del locale dal titolo: La ragazza triste. La cause di arrivo nel mio territorio sono poco chiare, sappiamo che esistono dei cittadini magrebini, che il furto è avvenuto a Parigi e che la scoperta è accaduta Sant’Omero (TE). Le questioni principali su cui si indaga sono: associazione a delinquere e ricettazione.
Per chi volesse capire di più ne ho già parlato qui, qui e qui.
Adesso conviene aspettare dicembre per vedere le pieghe di questa storia che ha, ancora, ai miei occhi, qualcosa di assurdo.
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