9MUSE. DISTURBATE – Breve racconto di un evento – esperienza on-line #lavoro #donne #empowerment

foto schermo instagram 9 muse - ph. Amalia Temperini

Qualcuno che conosco mi ha fatto un regalo inaspettato. Da tempo seguo le attività di Spora – Veronica Benini – con i suoi social network, una donna – ex blogger, strategist – che si è ricostruita e attraverso la sua forza stridente nel rompere gli schemi, una persona che prova a spingere le altre a entrare nel suo flusso, ma ognuno con la propria identità, dignità e autonomia, senza perdere se stessa e i propri valori.

L’onda viola è il del 9 Muse, un simbolo iconico, un evento che si è sempre tenuto a Milano e che è cresciuto nel tempo e al quale non avevo mai partecipato da spettatrice. Ricevere questo regalo, come dicevo, mi ha lasciato molto entusiasmo, ma lo è stato ascoltare le storie di esseri umani che si sono ricominciati. Si tratta di vicende straordinarie che hanno arricchito la giornata di ieri, sabato 21 novembre, nel pieno di una zona rossa che solo oggi è diventata ufficialmente chiusa e che spinge a ripensarsi ancora una volta in un piccolo spazio.

L’appuntamento è stato un incontro che ho seguito dalla mattina. Mi sono lasciata ispirare dal punto di vista professionale da racconti di persone che hanno saputo rivoluzionare la loro esistenza senza paura attraverso quelli che sono gli strumenti del web e della rete. Persone che hanno subito ingiustizie e sputate dal mercato del lavoro a causa della loro maternità, per fare l’esempio più scontato.

Tra i discorsi che mi hanno colpito di più c’è il concetto di spazio. La necessità di un diritto rimarcato da AvvoCathyCathy La Torre, legato a ogni singola persona che si trova a conquistare se stessa, per essere quella che è, nella consapevolezza, della sua autonomia, volontà, nella sua unicità, nella presenza di mondo che è tanto reale quanto virtuale.

La tecnologia ha permesso di creare uno campo politico rinnovato a tutti gli effetti, dove il femminismo non rimane un evento da sbandierare, ma fatto partire dati concreti di persone che senza paura non hanno rinunciato ai loro desideri più profondi, nel disturbare, nel dire e essere scorrette quando qualcuno, un evento o una situazione, le si barricava davanti per impedire di seguire il filo del proprio cammino alla ricerca di una parità.

Se questo disturbo oltre a essere manifestato diventa una occasione per potenziare l’economia di una Paese? L’invito è questo, riconoscere le tue potenzialità e inseguirle, diventare imprenditrice. La conquista, un singolo obiettivo – una autonomia, l’indipendenza, che passa dal farsi riconoscere sulla carta di identità la professione che si è deciso di fare, che sai fare meglio, che è la tua vera vocazione.

Per scelta, l’evento non ha presenza di panel maschili, l’unico uomo è stato un padre di due gemelli che raccontava la sua esperienza con il suo compagno di vita. Un dettaglio, perché Carlo Tumino – Papà per scelta – mi ha fatto innamorare in pochi minuti del suo modo di essere professionista e di quello che può significare analizzare informazioni, far parte di un sistema che è quello della interpretazione dei dati di digital marketing.

Nella sua totalità il 9 muse si occupa dei diritti e delle possibilità della diversità. Chi ancora è ancora seduto sul suo giudizio può scrollarsi di dosso questa patina solo se dall’altra parte arriva una spallata di altrettanto potere, ma giocato con ironia e verità: le uniche pretese per sfondare nel lavoro e nella vita.

Per chi volesse avere un’idea di cosa si tratta, di chi sono stati gli ospiti, un salto può essere fatto sul loro sito ufficiale:

 

9 Muse Milano

un altro sulla testimonianza della edizione 2019:

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